ORIGINI DI PALO

La Terra di Palo era abitata sin da III Millennio a. C. nella porzione di Puglia al tempo nota come Peucezia. Il primo a darne memoria è stato Plinio nel suo XXXVII libro “Naturaalis Historiae”. Di quel periodo non ne abbiamo più alcuna traccia in quanto il nostro territorio era sempre soggetto a saccheggi e devastazioni che sfociavano, il più delle volte, con la completa distruzione del villaggio.
Del resto la comprova la troviamo della storia del vicino casale di Auricarro che il 16 luglio 1349 veniva depredato e completamente distrutto dall’esercito Ungaro-Bitontino.

IL CASTELLO DELLA TERRA DI PALO

Le terre di palo sin dal 1160 e per i successivi 646 anni sono state governate da feudatari, ergo sorge spontaneo domandarsi dove Palo avesse la sua rocca, il suo castello. Ebbene sì Palo aveva il suo castello! E tra i meglio fortificati della zona vista la sua importanza strategica. Infatti, nelle carte geografiche cinquecentesche, quella detta di Padura e l’altra del Gastaldi, Palo è segnata come “Castel Palo … sorto non per ragioni ci caccia o per villeggiatura, ma per la difesa delle fortificazioni interne ed era munito lungo tutto il suo perimetro di balestriere e feritoie oltre che dei fossati o spinate”.

La costituzione estera è quella classica con massicce torri collegate da solide mura e all’interno il mastio dove era solito rifugiarsi il feudatario ed i sui congiunti. Tale struttura era degna della regale personalità la quale doveva viverci e che non perdeva occasione di arredare e rendere sempre migliore. All’interno delle mura c’era la corte con le dimore dei servitori del feudatario. È doveroso precisare che il castello in questione sorgeva dove ora è presente Palazzo del Principe, che si affaccia su Piazza Santa Croce. Il Castello in questione fu fortemente voluto da Federico II, ideato dall’architetto Almonte di Cipro Amfrico e ultimato il 26 novembre 1255, dopo cinque anni di lavori.

Sia all’interno che all’esterno del Palazzo venivano affisse delle iscrizioni che il Polito cosi riporta:

ALL’ESTERNO:

Non trovi posto chi si riterrà nemico.
Entri invece il pacifico che voglia
Evitare i fastidi delle liti

ALL’INTERNO:

Con buon augurio un valente guerriero cominciò la costruzione.
Crebbe per l’onore di re potente.
Amfrico di Cipro costrusse questopera con forti mura,
desiderando di essere sicuro per ogni evento.
Non si preoccupò degli accampamenti. Così le genti vicine
vollero che egli vivesse: nemico ai nemici,
forte difesa dei buoni, asili sicuro degli onesti,
insidia ai malvagi. Questo castello sorse in cima al colle
il 26 novembre 1255 all’ora quarta, di giovedì.
Quando il Castello cominciò a costruirsi
fu il primo settembre di prospero anno.
Rainaldo, figlio del signore, pose lo stemma quest’ora,
avendo disposto ogni cosa secondo il rito.

Questa iscrizione è presente sul terrazzo di uno dei condomini del palazzo rivolta a nord. Come accennavamo prima questo oneroso e maestoso castello fu fortemente voluto da Federico II che, dall’alto del suo indiscusso acume militare e politico, decise di erigere sulla nostra penisola una serie di imponenti fortificazioni che ne rafforzassero la sicurezza e dessero un segno di stabilità e forza contro qualunque tipo di attacco.

Il nostro Castello ebbe mondo di dimostrare le su dette eccezionali doti proprio il 17 luglio 1349. Cosa accadde quel giorno?

Il giorno prima, l’esercito Ungaro-Bitontino aveva assaltato e distrutto, salvo la chiesa, il Casale di Auricarro. Rinvigoriti e fomentati da quella facile vittoria, causata dall’assenza di cinte murarie e perché la maggior parte dei cittadini si erano trasferiti a Palo prima dell’attacco nemico, decisero e assaltare e distruggere anche la terra di Palo. La traccia di tale evento la troviamo nelle cronache tramandate da un testimone oculare del tempo il notar Domenico da Gravina. Tale testo fu tradotto dal Prof. Dino Tarantino. Di quella traduzione ne riporteremo un sunto.

I bitontini il 16 dopo la vittoria di Auricarro rientrarono in quel di Bitonto e decisero subito di assaltare e distruggere i domini di Palo. Tale azione fu appoggiata da molti abitanti di Bitonto, infatti si unirono alla fanteria raggiungendo oltre le due mila unità. Il 17 luglio partirono e cominciarono lo scontro che durò tutto il giorno sino al tramonto con molte perdite da parte dei bitontini sia per le balestre che per le lame dei palesi. Le milizie di Palo ad un certo punto dello scontro furono costrette a bruciare parte delle abitazioni del villaggio lontane dal Castello per bloccare gli assalti dei bitontini. Le ostilità cessarono al tramonto per il troppo caldo di luglio, per il calore dell’incendio e per le perdite. Nella notte i bitontini lanciarono un ultimo e disperato attacco al Castello ma furono costretti a ritirarsi.

La storia successiva di questo castello non è delle più floride in quanto scese in vortice di incuria ed abbandono. Nel 1465 il Problema venne sollevato da Nicola de Fulgineo che in quell’anno era stato eletto castellano di Palo, in quale sollecitava l’intervento della Duchessa Bianca Maria Visconti al fine di apportare urgenti lavori di restauro allo stesso perché ormai fatiscente. Dopo 152 anni, il Castello, ancora fatiscente, passò nelle mani del Principe di Rocca d’Astro, Tommaso Filomarino il 1617. Siamo alla fine del XVIII secolo e non sappiamo in che stato verteva il castello ma, su quello che fu ritenuto recuperabile, sorse il magnifico Palazzo del Principe.

IL PALAZZO DEL PRINCIPE FILOMARINO

Il monumentale palazzo, con impronta di stile neoclassico, fu costruito nel 1700 per conto del principe Gianbattista Filomarino di Rocca d’Aspide (Salerno); sul portone centrale si conserva ancora il grande stemma del Filomarino. Quattro corpi sorreggono la imponente mole della fabbrica centrale. Il palazzo rimase incompleto, come si nota dall’angolo sud-ovest. È composto di circa 100 stanze comprendenti diversi saloni.